Industria 4.0, in Europa la maggioranza delle aziende ancora ai blocchi di partenza

Meno di un quarto degli intervistati ha iniziato la trasformazione digitale dei processi di produzione, e oltre la metà non ha nemmeno iniziato a delineare una strategia o una roadmap.

Secondo un sondaggio europeo, meno di un quarto degli intervistati ha iniziato la trasformazione digitale dei processi di produzione… e oltre la metà non ha nemmeno iniziato a delineare una strategia o una roadmap.

Nonostante si parli da oltre un decennio di Industria 4.0 (fin dalla Hannover Messe del 2011), il passaggio verso questo processo di automazione da parte delle aziende europee è ancora all’inizio. Soltanto meno di un quarto (23%) ha iniziato la trasformazione digitale dei reparti produttivi. Inoltre, oltre la metà delle aziende non ha nemmeno iniziato a delineare una strategia o una roadmap al riguardo. Questo è il risultato di un sondaggio su 1452 decision-maker in 10 Paesi europei tra cui l’Italia, condotto dall’istituto di ricerche di mercato YouGov per conto dell’istituto di ricerca Handelsblatt e TeamViewer.

Le risposte dei decision-maker

Per la maggior parte dei decision-maker intervistati, l’Industria 4.0 si traduce in un approccio multidimensionale alla digitalizzazione delle loro aziende e per tre quarti di loro include l’uso di tecnologia e dati per digitalizzare il processo di produzione con particolare attenzione alle macchine, ma anche l’uso della realtà aumentata (AR) (78% per l’Italia) e dell’intelligenza artificiale (AI) (80% per l’Italia) per supportare i processi manuali attraverso la tecnologia digitale. Più del 70% ha dichiarato che questa trasformazione si tradurrà in migliori condizioni di lavoro, più sicurezza sul posto di lavoro (82% per l’Italia) e una cultura aziendale completamente diversa.

Secondo il sondaggio, le tecnologie e i megatrend più importanti che guideranno la digitalizzazione della produzione delle loro aziende in futuro sono la Cybersecurity (27% che per l’Italia diventa 32%), le piattaforme digitali (25%), l’Internet delle cose (25% che per l’Italia pesa per 31%) e i servizi cloud (24%). Al contrario, secondo gli intervistati, Chatbot (12%) e Blockchain (12%) dovrebbero giocare un ruolo minore.

La maggior parte dei decision-maker associa l’uso di tecnologie innovative nella produzione ad un aumento dell’efficienza (82%). Altri vantaggi attesi sono il miglioramento della qualità e del livello di servizio (81%), la riduzione dei costi (81%), maggiore sicurezza in termini di salute per i dipendenti, degli edifici e delle informazioni (80%).

Le tempistiche e i costi da sostenere (32%) sono attualmente il problema principale nella digitalizzazione dei reparti di produzione delle loro aziende. Inoltre, le preoccupazioni relative alla sicurezza informatica (28%) e dei dati (25%) giocano un ruolo importante, così come l’incompatibilità tra le macchine esistenti e le nuove tecnologie (26%). D’altra parte, solo poche aziende vedono la mancanza di personale (16%) o di accettazione delle tecnologie da parte dei dipendenti (16%), o la mancanza di priorità da parte del management (15%) come i principali ostacoli alla trasformazione digitale della produzione.

L’enorme potenziale per IoT, AR e IA

L’indagine si è concentrata in particolare sul potenziale dell’IoT (Internet of Things), delle soluzioni di AR (Augmented Reality) e dell’IA (Intelligenza Artificiale) per la digitalizzazione delle linee di produzione. Secondo la ricerca, gran parte dei decision-maker intervistati vede potenziali applicazioni per IoT (78% per l’Italia è l’89%), AR (70% che per l’Italia pesa per l’81%) e IA (72% che per l’Italia diventa l’82%).

Per l’IoT, le principali applicazioni dovrebbero essere l’automazione della gestione delle commesse (37%), la comunicazione machine-to-machine (33% che per l’Italia si traduce nel 44%), l’analisi predittiva (32%), e il controllo delle macchine da remoto (31%). Per l’AR, i decision-maker vedono il maggior potenziale nel controllo della qualità (38%), nell’assemblaggio, nella manutenzione e riparazione (36%), e nell’ottimizzazione del processo di produzione (36%, per l’Italia diventa il 42%).

Nell’IA, i decision-maker vedono possibili applicazioni nel monitoraggio della qualità della produzione e nello Yield Management (35%), nella previsione dei guasti e nella manutenzione predittiva (31%), nel monitoraggio della sicurezza e delle misure di conformità (31%), e nella previsione della domanda e pianificazione della produzione (31% che per l’Italia pesa per il 37%).

Jan Junker, Executive Vice President Solution Sales & Delivery di TeamViewer, ha dichiarato: «Il sondaggio mostra due evidenze che anche i nostri clienti confermano: da un lato, la strada verso l’Industria 4.0 è impegnativa per molte aziende, soprattutto per quelle che utilizzano asset importanti e costosi nella loro produzione. Dall’altro lato, la maggioranza ha un enorme interesse a sfruttare l’enorme potenziale che la digitalizzazione della loro produzione ha da offrire. Siamo orgogliosi di esplorare le possibilità offerte dai dispositivi embedded, AR e AI insieme ai nostri clienti e di supportarli nel rendere le loro aziende pronte per il futuro».

Il sondaggio europeo

Per conto di TeamViewer e dell’istituto di ricerca Handelsblatt, l’istituto di ricerche di mercato YouGov ha intervistato un totale di 1452 decisori aziendali di aziende in cui i processi di produzione svolgono almeno un ruolo commerciale minore. I temi del sondaggio online erano la trasformazione digitale della produzione (stato, sfide, obiettivi, approccio), le tecnologie future in generale, e in particolare le possibili applicazioni della realtà aumentata, dell’intelligenza artificiale e dell’IoT nel campo della produzione. Il sondaggio è stato condotto tra il 29 ottobre e il 14 novembre 2021 in 10 Paesi europei: Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia e Regno Unito. La pubblicazione con l’analisi completa del sondaggio è disponibile a questo link.

 

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a cura di Loris Cantarelli