Nord-Est, il 36% delle PMI aumenterà gli investimenti nel digitale

Di contro, nella ricerca presentata alla prima edizione nella Fiera A&T Nord-Est a Vicenza, per il 45% il digitale è marginale o troppo costoso.

Il mondo delle PMI del Nord-Est è diviso in tre: il 36% ha consapevolezza della trasformazione tecnologica in atto (investendo in innovazione e cerca di digitalizzare i processi produttivi per non perdere terreno competitivo sui mercati globali), il 19% si sta gradualmente covertendo al digitale (pur non avendo ancora compreso come poterne sfruttare tutti i benefici) e infine il 45% ritiene marginale o troppo costoso il ricorso a tecnologie digitali. Perché la digitalizzazione diventi un asset strategico del territorio e del Paese, non solo delle singole imprese, serve un patto tra tutti gli attori dell’ecosistema.

Questo è in sintesi quanto emerge dalla ricerca presentata questa mattina dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano in occasione del convegno di apertura della prima edizione della fiera A&T Nord-Est (dedicata a innovazione, tecnologie, affidabilità e competenze 4.0 e 5.0) al polo fieristico di Vicenza dal 25 al 27 ottobre2023(nella foto in alto, il taglio del nastro) in attesa della 18° edizione primaverile a Torino il 14-16 febbraio 2024.

Secondo i dati annunciati nell’evento “La trasformazione digitale delle PMI Italiane: spunti e riflessioni sul Nord-Est”, le piccole medie imprese italiane negli ultimi 3 anni si sono trovate ad affrontare una serie di crisi che ne hanno messo a rischio la continuità operativa. Il 73% delle PMI italiane ha subito gli impatti dell’aumento dei prezzi sul mercato dell’energia, mentre il 72% ha sofferto a causa della crisi delle catene di approvvigionamento. La transizione digitale, affiancata a risposte di tipo organizzativo, contrattuale e infrastrutturale, offre un’opportunità di sopravvivenza e crescita, pur in un contesto socioeconomico molto complesso.

Alcuni dettagli della ricerca

Scendendo nel dettaglio, le PMI che hanno aumentato gli investimenti in digitale nel 2022 rispetto all’anno precedente sono il 24% del campione, metà delle quali con incrementi superiori al 10% e solo il 6% dichiara di averli diminuiti.

Niccolò Ulderico Re, ricercatore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, che ha curato l’indagine, ha confermato che «gli scenari di incertezza a cui le imprese sono state sottoposte negli ultimi – a partire dalla pandemia da CoViD-19 alla più recente crisi derivante dall’aumento dei prezzi dell’energia – possono essere una occasione per spingere le PMI verso la transizione digitale. Il rischio, però, è adottare tecnologie con una visione di breve termine. Per garantire una crescita nel medio-lungo termine è, invece, necessario predisporre un terreno fertile in azienda. Il che si può realizzare potenziando le competenze, collaborando in progettualità con soggetti di differente natura – dalle imprese della propria filiera, a enti di trasferimento tecnologico, dalle università alle startup – e cercando di utilizzare gli incentivi e i bandi pubblici in maniera strutturata».

I dati raccolti dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano mettono in luce, però, che soltanto il 50% delle PMI del Nord-Est conduce attività finalizzate a elevare le competenze digitali. Solo il 6% poi lo fa inserendo figure con elevate competenze digitali (come, ad esempio, laureati e dottorandi provenienti da discipline afferenti all’ambito STEM: scienze, tecnologia, ingegneria, matematica). Per quanto, invece, concerne lo sviluppo di sinergie, benché il 52% delle PMI dichiari di aver avviato collaborazioni, soltanto il 13% lo fa con enti operanti nell’ambito dell’innovazione e del trasferimento tecnologico. Infine, il ricorso a bandi e incentivi, seppur portato avanti dall’80% delle PMI del Nord-Est, non è strutturato per i limiti dimensionali delle stesse PMI, che, però, dovrebbe sviluppare in maniera continuativa e non occasionale la collaborazione con soggetti esterni che si occupano di bandi e finanziamenti pubblici.

A&T Nord-Est, 36% PMI aumenta investimenti nel digitale

Le riflessioni sul presente

«I dati che emergono dalla ricerca – ha affermato il presidente del Comitato Scientifico Industriale di A&T, Alberto Babannon sono positivi, dobbiamo essere franchi, ma non possiamo puntare il dito sui singoli imprenditori, qui il tema è più ampio. È difficile stabilire quali siano le ricette per risolvere il problema. C’è bisogno di un salto culturale, deve intervenire l’ecosistema, in primo luogo lo Stato, ma anche i centri accademici e le associazioni di categoria. C’è bisogno di costruire una grande alleanza e di un patto tra tutti gli attori per far comprendere in primo luogo che le tecnologie digitali non sono un fine ma un mezzo e che il progresso tecnologico rappresenta un booster incredibile per la competitività. Chi non lo comprende rischia di rimanere fuori dal mercato. Non stiamo parlando della singola impresa, ma del territorio, dell’intero Paese, quindi c’è un interesse generale forte. Se il nostro sistema industriale sarà competitivo sarà l’intero Paese a guadagnarci. In secondo luogo servono mezzi e risorse e qui introduciamo il tema della formazione che dovrà essere continua, vista la velocità dei processi in atto. Le scuole di formazione, i centri accademici, ma anche le associazioni di categoria devono sollecitare maggiore attenzione. Se oltre metà delle imprese reputa marginale o troppo costosa l’adozione di tecnologie digitali credo che siamo di fronte a un fallimento. Ripeto, del sistema, non certo dei singoli».

«Le aziende italiane – ha dichiarato Luciano Malgaroli, CEO di A&T – hanno varie leve sulle quali puntare per vincere le sfide della competizione, tra tutte spiccano l’innovazione di prodotto e di processo. La ricerca applicata all’industria e la collaborazione tra imprese, centri di ricerca e università sono i requisiti fondamentali per avere un comparto produttivo eccellente e competitivo. Come si evince dall’indagine realizzata dal’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI del Politecnico di Milano, le piccole e medie imprese di quest’area devono accelerare il processo di adozione delle nuove tecnologie, in particolare del digitale. Ormai è chiaro che sostenibilità e digitalizzazione sono diventati i requisiti di base per fare impresa e per contribuire allo sviluppo dei territori. Certo non possono agire da sole, ma di concerto con tutti gli attori istituzionali, economici e accademici che insieme costituiscono l’ecosistema di un territorio. Ecco perché A&T ha voluto affiancare un ampio programma di eventi specialistici all’esposizione di tecnologie, proprio per offrire momenti unici di aggregazione, aggiornamento e confronto. Il territorio del Nord-Est vanta università, poli d’innovazione e centri ricerca di primario livello ed è per me motivo di grande soddisfazione constatare la risposta corale e convinta del mondo della ricerca per dare vita a un Comitato Scientifico di alto livello e realizzare un programma di eventi concretamente utile alle aziende».

Lo sguardo al futuro

Aumentare le competenze 4.0 e 5.0 e promuovere una cultura di impresa che guardi in modo strategico alle tecnologie digitali anche in chiave di sviluppo sostenibile sono tra gli obiettivi di A&T Nord-Est, inaugurata questa mattina al polo fieristico di Vicenza dedicato alle aziende del Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e al bacino industriale limitrofo. Lo slogan della manifestazione è “Dall’ideale al fattibile”. In vetrina, con soluzioni applicabili per rispondere concretamente alle sfide competitive dei nuovi modelli produttivi e di business, in ottica Industria 4.0 e 5.0, ci saranno oltre 260 espositori pronti a far scoprire 2000 e più tecnologie. Un apposito CSI (Comitato Scientifico Industriale), presieduto da Alberto Baban, di cui fanno parte i rappresentati di tutti gli atenei di Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, ha elaborato un ricco programma di workshop, tavole rotonde e convegni diffuso nei tre giorni di fiera con 80 relatori qualificati tra cui esperti, accademici e imprenditori.

La fiera A&T Nord-Est è realizzata in partnership istituzionale con Accredia, Comet e Hub Innovazione Trentino e ha ottenuto i patrocini di tutto il sistema confindustriale del Nord-Est, di Confartigianato Imprese del Veneto, di Apindustria Confimi Vicenza, di Confimi Industria del Veneto, dei Digital Innovation Hub di Confartigianato Vicenza e di Confindustria Udine, di Smact Competence Center, della Cuoa Business School, di Assintel e del Lef di Pordenone.

Ulteriori informazioni sul sito ufficiale della manifestazione.

A&T Nord-Est, 36% PMI aumenta investimenti nel digitale

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a cura di Redazione