Macchine utensili, nel primo trimestre 2024 ordini in calo del 18,9%. Serve una mossa dal Governo

L’attesa per i nuovi provvedimenti penalizza il mercato interno sugli ordini di macchine utensili: Ucimu chiede decreti attuativi su Transizione 5.0 e chiarezza sulla 4.0.

Un avvio di anno a tinte in chiaroscuro per gli ordini di macchine utensili che, nel primo trimestre 2024, hanno registrato un calo del 18,9%. E’ questo il dato elaborato dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu – Sistemi per Produrre che fa riferimento allo stesso periodo dell’anno precedente. Occorre superare questa situazione di impasse, ha spiegato Barbara Colombo, presidente di Ucimu, dato che un andamento col segno meno lo ci si attendeva.

Detto questo. come fare? Quali sono i cardini che possono svoltare il segno? In un certo senso, siamo alle solite. Il decreto che annunciava il nuovo piano transizione 5.0 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 2 marzo scorso ma, a oggi, non si vede ancora l’ombra dei decreti attuativi. Sul fronte del Transizione 4.0 il cambio delle regole di accesso alla misura rischia di compromettere la domanda italiana.

Da qualche anno a questa parte sul piano industria 4.0 , prima, e 5.0, ora, serve un ordine delle idee per attuare al meglio i progetti.

Per le misure previste dal 5.0, il tempo comincia a scarseggiare. L’utilizzo della misura, che vuole premiare gli investimenti in grado di abbinare il tema della digitalizzazione a quello del risparmio energetico, ha infatti una durata limitata. Nel rispetto delle scadenze imposte dal PNRR, per poter usufruire dei benefici del 5.0, il termine ultimo di consegna del bene è fissato al 31 dicembre 2025. Ciò significa che le regole di ingaggio per fruire di queste misure, vale a dire i decreti attuativi, devono essere disponibili a strettissimo giro, per non rinunciare a una parte consistente delle richieste del mercato.

Il risultato negativo è stato determinato dalla riduzione degli ordinativi raccolti dai costruttori italiani sia sul mercato interno che estero. In particolare, gli ordini raccolti oltreconfine sono risultati in calo del –18,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con il valore assoluto dell’indice attestatosi a 91. Sul fronte interno, gli ordini hanno segnato un arretramento del –19,4%, rispetto al primo trimestre del 2023, per un valore assoluto di 55,1.

In attesa di un segnale preciso per gli ordini delle macchine utensili

Sul fronte estero pesano il rischio dell’allargamento delle tensioni oltre l’area israelo-palestinese e il prolungarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, ma certamente anche le incognite legate alla transizione energetica e all’indirizzo che prenderà l’Europa dopo l’appuntamento elettorale di giugno. Tuttavia sull’export le aspettative per l’anno in corso sono positive: «Ci attendiamo un andamento a ritmo moderato della nostra attività negli Stati Uniti e un incremento delle vendite in alcuni Paesi europei e in quelli che cominciano a scalare la classifica delle aree di destinazione del made in Italy settoriale, quali Turchia, Messico e India». Anche per questo Ucimu ha avviato i primi step per la creazione di una nuova rete di imprese in Messico che sta vivendo un intenso sviluppo manifatturiero, strettamente collegato all’economia USA.

Mancano decreti attuativi e chiarezza

Sul mercato interno, ha sottolineato la presidente Ucimu, «noi costruttori continuiamo a ricevere dai nostri clienti richieste di quotazioni di offerte per progetti anche importanti che restano in sospeso perché manca certezza sugli incentivi che saranno resi disponibili dal governo», in una situazione «incredibilmente più nebulosa rispetto anche solo a un mese e mezzo, fa quando fu presentato il decreto legge con l’impianto di Transizione 5.0 su cui mancano ancora i decreti attuativi; su quello di Transizione 4.0 invece il cambio in corsa delle regole con cui si può accedere alla misura rischia di bloccare in modo irreparabile la domanda domestica».

Da qui la richiesta al Governo di mettere ordine al più presto a un capitolo fondamentale per lo sviluppo del manifatturiero del Paese, così da permettere alle aziende di finalizzare i necessari investimenti in tecnologia di produzione. La crescente richiesta di adesione alla 34.BI-MU, in programma il prossimo 9-12 ottobre 2024 a fieramilano di Rho (MI) da parte di espositori italiani ed esteri dimostra peraltro la fiducia riposta dalle aziende del settore nel mercato.

Per il 4.0 ha invece moderatamente destabilizzato il mercato la decisione del Governo di prevedere l’obbligo di comunicazione preventiva del valore dell’investimento che si intende realizzare e della ripartizione rispetto alle quote annuali del credito di imposta di cui si beneficia, sul modello di quanto previsto anche da Transizione 5.0. «Sebbene comprendiamo – ha concluso la presidente Ucimu la necessità della ragioneria dello Stato di conoscere con anticipo un quadro puntuale delle risorse economiche necessarie a coprire le operazioni di acquisto fatti in regime 4.0, è altrettanto vero che cambiare le regole del gioco in corso d’opera crea grande diffidenza tra chi sta valutando nuovi investimenti». Dalla chiarezza e rapidità del Governo dipende la ripartenza di slancio per la domanda italiana di nuove tecnologie di produzione.

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a cura di Redazione