Il progetto di ricerca Roboy replica l’apparato muscolo-scheletrico umano per favorire il progresso della robotica. Cruciale l’utilizzo di tecnologie additive.
![Quando la robotica incontra le tecnologie additive, nasce Roboy](https://s3.eu-south-1.amazonaws.com/wp.cluster04.thenextfactory.it/wp-content/uploads/Roboy-Sitting.jpg)
EOS ha annunciato la collaborazione con la società svizzera Devanthro per il progetto Roboy dell’Università tecnica di Monaco. L’obiettivo del progetto Roboy è quello di portare la robotica umanoide allo stesso livello di capacità del corpo umano, migliorando progressivamente i modelli fino a raggiungere prestazioni analoghe a quelle degli esseri umani in termini di abilità, robustezza e flessibilità.
Le articolazioni del primo prototipo, Roboy Junior, sono mosse da muscoli e tendini e non da motori. Per il suo sviluppo è stato fatto un uso considerevole delle tecnologie additive: l’intera struttura del sistema scheletrico di Roboy, che comprende ossa e muscoli, è stata realizzata con i sistemi EOS per le materie plastiche. Oltre a velocizzare il processo di sviluppo dell’hardware, l’utilizzo della stampa 3D industriale consente di ottenere diversi vantaggi importanti.
I vantaggi delle tecnologie additive
Le tecnologie additive consentono di produrre strutture altamente complesse e al tempo stesso estremamente leggere e stabili. Garantisce un’elevata libertà di progettazione, ottimizzazione e integrazione delle caratteristiche funzionali, oltre a consentire di realizzare a costi contenuti lotti di piccole dimensioni. Per lo sviluppo di Roboy è stato possibile sfruttare tutti questi vantaggi. L’assenza dei vincoli imposti dai metodi di progettazione tradizionali consente al team di Roboy di implementare le funzionalità direttamente nei componenti. Di conseguenza, è possibile eliminare numerose operazioni di assemblaggio che sarebbero altrimenti necessarie. Ad esempio, le mani e gli avambracci di Roboy sono prodotti in un unico pezzo, che include numerose articolazioni e le singole falangi delle dita.
A causa dell’elevata complessità e delle dimensioni ridotte al minimo dei sistemi meccatronici di Roboy, non è possibile eseguire simulazioni per mettere alla prova ogni parte del progetto. Il team di sviluppo deve quindi eseguire i test direttamente sul robot.
“Nello sviluppo software, cicli di sviluppo rapidi consentono il miglioramento del software attraverso test nel mondo reale. – ha commentato Rafael Hostettler, responsabile del progetto Roboy – L’Additive Manufacturing ci consente di applicare questo approccio alla robotica, velocizzando le attività di sviluppo per individuare i componenti funzionali ottimali in una frazione di tempo. La tecnologia di Additive Manufacturing EOS è estremamente importante per questo scopo perché consente lo sviluppo iterativo dell’hardware che è di importanza critica per il progetto”.
Robotica umanoide: una vision con un impatto sociale
In futuro, con i progressi dell’intelligenza artificiale e della robotica, i robot avranno un ruolo molto più importante, sia a livello sociale che nel mondo del lavoro, grazie alla possibilità di impiegarli per attività particolarmente pericolose e ripetitive. In questo contesto, la capacità di realizzare robot con una morfologia simile a quella del corpo umano assicura vantaggi chiave rispetto agli approcci tradizionali della robotica. Innanzitutto, l’apparato muscolo-scheletrico umano è una soluzione che consente di produrre robot robusti, dinamici e dotati di abilità sofisticate. Inoltre, un robot dall’aspetto umano facilita notevolmente l’interazione tra uomo e macchina, rendendola più intuitiva e naturale. Nel corso dei secoli gli uomini hanno adattato l’ambiente alle loro esigenze e i robot umanoidi possono inserirsi più facilmente in questo contesto. Inoltre, la creazione di robot compatibili con l’anatomia umana consente di supportare e correggere la mobilità degli esseri umani, ad esempio attraverso l’uso di esoscheletri e protesi.
“Anche se sempre più aziende si focalizzano sullo sviluppo dell’intelligenza artificiale, a livello mondiale il numero di progetti incentrati sulla robotica umanoide è molto limitato. – ha aggiunto Adrian Keppler, Chief Marketing Officer di EOS – Questo è uno dei motivi per cui siamo orgogliosi di supportare il progetto Roboy, ben consapevoli dell’importanza che riveste. Dal momento che i punti di forza dell’Additive Manufacturing coincidono proprio con le aree in cui i metodi di progettazione tradizionali raggiungono i loro limiti, la tecnologia EOS è la soluzione ideale per un progetto di ricerca così ambizioso come Roboy. Siamo lieti che il team di Roboy abbia scelto di affidarsi a EOS per realizzare la propria vision”.
a cura di Maria Bonaria Mereu
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