Intelligenza Artificiale, una sfida per università, imprese e terzo settore

Le donne imprenditrici con gli esperti all’Università Bicocca di Milano: «L’IA va governata, si rischia la disinformazione».

Dallo scorso Economic Forum di Davos è emerso che «il maggior rischio nei prossimi anni sarà di natura tecnologica: l’Intelligenza Artificiale, se non governata, avrà effetti deleteri in termini di disinformazione. Anche per questo, come Aidda (Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda), abbiamo organizzato un momento formativo con esperti del settore». 

Lo ha dichiarato la presidente Antonella Giachetti dopo l’incontro “L’ABC dell’Intelligenza Artificiale” svoltosi lo scorso venerdì 23 febbraio 2024 all’Università Bicocca di Milano. Un confronto, quello tra le socie di Aidda e gli esperti del settore all’Università Bicocca, che è stato l’occasione per capire e approfondire caratteristiche, opportunità e rischi dell’IA.

Il professore associato Federico Cabitza, la dottoranda in Informatica Chiara Natali e il ricercatore Francesco Osborne hanno illustrato quali attività possono essere gestite efficacemente dalle attuali tecnologie che stanno rivoluzionando il processo decisionale e produttivo in diversi settori. Analizzati anche i rischi associati come il “bias”, la distorsione cognitiva derivante dai dati che può portare a decisioni discriminatorie, le sfide etiche dei sistemi che non sono sempre trasparenti e il fenomeno delle “allucinazioni”.

«Come donne imprenditrici – ha spiegato ancora la presidente Giachetti – siamo tornate sui banchi universitari, convinte della necessità di una sinergia e collaborazione fra università, imprese e terzo settore per rispondere alle sfide che il mondo oggi presenta. Anche se al momento gli algoritmi non possono sostituire la valutazione e componente umana, i sistemi di IA non garantiscono che chi li progetta si sia preoccupato degli effetti che questi sistemi possano avere sulle persone. Di fatto, si sta constatando un effetto di radicalizzazione del pensiero delle persone che sta portando ad una preoccupante contrapposizione muro contro muro, un elemento che incentiva purtroppo l’incapacità di dialogare. E questo è un primo grosso rischio. L’IA potrebbe, poi, essere progettata sulla base di un interesse economico di pochi rispetto alla comunità. E allora il rischio diverrebbe inquietante, perché qualcuno potrebbe pensare di poter orientare le persone nel loro agire e pensare».

Come Aidda, ha concluso la presidente, «abbiamo sempre sostenuto che ad una sempre maggiore digitalizzazione va unito un rafforzamento della cultura umanistica, valoriale, etica. Il nostro progresso ha un limite che è quello del nostro sviluppo etico e spirituale».

Intelligenza Artificiale, una sfida per università, imprese e terzo settore

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a cura di Redazione