Imesa sale a bordo della Trieste, la più grande nave della Marina Militare italiana

Commessa da 5 milioni per l’azienda del gruppo Schiavoni, che firma il cuore elettrico dell’Ammiraglia e si conferma leader nel settore militare con la sua divisione Marine

Commessa da 5 milioni per l’azienda del gruppo Schiavoni, che firma il cuore elettrico dell’Ammiraglia e si conferma leader nel settore militare con la sua divisione Marine

Nella plancia dell’Ammiraglia della Marina Militare batte un cuore elettrico marchigiano. Sono firmati Imesa i quadri della Trieste, la portaelicotteri da 214 metri della Marina Militare italiana, realizzata da Fincantieri e varata il 25 maggio 2019 a Castellammare di Stabia (NA) davanti a un orgoglioso presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Imesa, azienda del gruppo Schiavoni ai vertici mondiali nella produzione di sistemi elettromeccanici, si è aggiudicata una commessa da circa 5 milioni di euro ha progettato e realizzato innovativi sistemi elettrici di media e bassa tensione che garantiscono alla nave la piena efficienza di performance elevate anche in condizioni estreme. «Con questa commessa la nostra divisione Marine – ha dichiarato Sergio Schiavoni, fondatore di Imesa – si conferma leader indiscussa nel settore delle forniture militari garantendo standard qualitativi elevati con aspetti tecnici davvero complessi».

La portaelicotteri Trieste, più grande per dimensioni anche della portaerei Cavour, è una vera e propria città galleggiante capace di ospitare a bordo circa un migliaio di persone. Militari, certo, ma anche civili in caso si rendano necessarie operazioni di salvataggio della popolazione in aree di crisi. La Trieste, come tutte le nuove unità militari italiane, è stata pensata per missioni umanitarie e peacekeeping ma resta pur sempre una nave da guerra. Per questo, oltre a rispondere a tutti i requisiti di sicurezza, di qualità e ambiente, il progetto non ha trascurato gli aspetti strutturali adatti al combattimento. I quadri elettrici antichoc sono stati studiati e testati per resistere al peggiore degli scenari. Un gioiello di altissima tecnologia, poco inquinante con motori in linea con la filosofia ambientale abbracciata dalla Marina italiana, che salutata dalle Istituzioni come sintesi perfetta di innovazione tecnologica.

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a cura di Loris Cantarelli