Servotecnica e Spea, due competenze riunite in un progetto sfidante

Servotecnica e Spea hanno collaborato al progetto, Flying Probe Tester 4080, che rappresenta un passo in avanti nel settore delle macchine di collaudo a sonde mobili, oltre che il raggiungimento di un obiettivo strategico per i produttori di elettronica: la massima copertura di test nel minor tempo possibile.

Servotecnica, specialista nei sistemi di motion control, e Spea, tra i leader mondiali nella produzione di macchinari per il collaudo di microchip, MEMS e dispositivi elettronici, sono sul mercato da più di quarant’anni. Di recente hanno unito le proprie rispettive competenze per la realizzazione di un progetto comune, andando oltre il “semplice” concetto di collaborazione.

Nel corso di tutti questi anni Servotecnica ha messo a disposizione dei propri clienti le sue competenze e quelle dei suoi fornitori, proponendo prodotti e soluzioni ad elevato contenuto tecnologico frutto delle numerose collaborazioni con aziende nei propri settori.

Questo è quello che è successo anche per il nuovo progetto Flying Probe Tester 4080 di Spea. Il 4080 rappresenta un enorme passo in avanti nel settore delle macchine di collaudo a sonde mobili.

Un’evoluzione tecnologica necessaria a raggiungere un obiettivo ben preciso, strategico per i produttori di elettronica: la massima copertura di test nel minor tempo possibile.

Motori lineari di ultima generazione

Per raggiungere lo scopo gli ingegneri Spea e Servotecnica sono partiti dalle fondamenta: la struttura della macchina abbinata all’utilizzo di motori lineari di ultima generazione. Per la fornitura dei motori lineari, Servotecnica si è affidata alla capacità progettuale e produttiva di un’azienda esperta come l’Olandese Tecnotion b.v.
I motori sono stati progettati da zero, e su misura, partendo dai requisiti applicativi e tenendo conto dei vincoli di progetto: ingombri contenuti, bassa tensione di alimentazione e basse emissioni elettromagnetiche per non perturbare le misure molto sensibili delle sonde.

Accelerazioni senza eguali

Servotecnica e Spea, due competenze riunite in un progetto sfidante

La struttura meccanica, interamente realizzata in granito, garantisce performance di stabilità meccanica, smorzamento delle vibrazioni e indeformabilità termica inarrivabili per le comuni strutture in metallo. È proprio grazie a queste caratteristiche strutturali e alla propulsione dei motori lineari che le 8 teste mobili del 4080 (4 lato top, 4 lato bottom), riescono a raggiungere accelerazioni senza eguali mantenendo inalterata la loro precisione.

I Motori Lineari combinano elevate accelerazioni con posizionamenti precisi e ripetibili nel tempo. Questo è il motivo per cui Servotecnica e Spea hanno selezionato questa tecnologia di movimento per ciascuno degli assi X-Y-Z.
Così facendo non sono più necessari algoritmi predittivi per ricostruire la posizione della sonda: gli encoder lineari forniscono un feedback di posizione in tempo reale che consente una contattazione ripetuta nel tempo anche sugli SMD più piccoli, come gli 008004.

Produttività superiore

La combinazione di motori lineari ed encoder lineari offre numerosi vantaggi come l’elevata accelerazione, il posizionamento preciso e ripetibile, il feedback sul posizionamento in tempo reale, l’elevata banda passante e la stabilità del posizionamento durante tutto il ciclo di lavoro del sistema.
A beneficiarne è la produttività, fino a tre volte superiore a quella dei più comuni sistemi a sonde mobili che utilizzano motori e cinematismi tradizionali.
Tanta velocità non va a discapito dell’accuratezza di posizionamento delle sonde. La fortunata combinazione tra la nuova struttura in granito e gli encoder ottici lineari montati su tutti gli assi X, Y e Z rende possibile raggiungere con affidabilità pad da 30 micrometri, senza danneggiarle. Un requisito essenziale per poter garantire il 100% di copertura delle schede elettroniche di ultima generazione, sempre più dense di componenti SMD miniaturizzati (si pensi ai nuovi 008004, di appena 0.25 x 0.125mm).

a cura di Simona Recanatini

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a cura di Stefano Belviolandi