Siri: buone prospettive per i robot industriali

Presentato lo stato aggiornato della robotica industriale in Italia e nel mondo, con la previsione di un +13% nel 2021 con una crescita costante per altri 3 anni.

Presentato lo stato aggiornato della robotica industriale in Italia e nel mondo, con la previsione di un +13% nel 2021 con una crescita costante per altri 3 anni.

Dopo un periodo mai così complicato dalla pandemia e gli effetti sulla vita di tutti, tornano a crescere le vendite dei robot industriali nel mondo con un +0,5%, grazie al +7% del mercato asiatico che bilancia il –17% dell’America e –8% dell’Europa.

È quanto emerge da un primo sguardo al rapporto annuale per il 2021 sulla robotica industriale nel mondo pubblicato dall’IFR, pur ricordando che l’aumento si era già arrestato prima della pandemia per fattori di peso come la minor crescita globale dei beni di consumo, la crisi dell’automotive (principale settore applicativo per la robotica) e le tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti.

Domenico Appendino, presidente Siri, ha dettagliato i numeri in una conferenza stampa digitale dello scorso martedì 16 novembre: il 2020 è stato un anno difficile anche se meno ostico del 2019, anche se dopo il record di vendite del 2017 e il massimo di robot industriali installati del 2018 una flessione non era così improbabile: naturalmente la pandemia ha poi peggiorato la situazione, determinando una generale diminuzione dei consumi e di conseguenza anche degli investimenti in sistemi di produzione, fra cui ovviamente i robot.

Considerando i Paesi, la sola Cina ha acquistato il 44% dei 384 mila robot industriali venduti nel 2020 (di cui 266 mila in Asia), seguita da Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud e Germania (che però tutti insieme arrivano a 122 mila unità): l’Italia è al 6° posto con 8500 unità, tornando alla media del consumo degli ultimi 3 anni. Divisi per applicazioni i robot nel mondo si sono venduti per la manipolazione (178 mila), la saldatura (89 mila, in crescita rispetto al 2019) e l’assemblaggio (44 mila).

Nonostante tutti i problemi a cui far fronte, nel 2020 l’installato dei robot industriali nel mondo ha registrato un +10% (oltre 3 milioni di unità), quindi mantenendo invariato l’aumento medio del +13% negli ultimi 5 anni: l’Asia è sempre al primo posto con un +63%, davanti all’Europa (+20%) e le Americhe (+13%), e in percentuale l’Asia (+14,1%) continua a crescere più di Europa (+5,2%) e Americhe (+8,6%). Considerando gli stati, il 73% dei robot sono nei primi 5 Paesi: Cina (che con quasi un milione di robot comprende in pratica un terzo del mercato mondiale), Giappone, Corea del Sud, Stati Uniti e Germania. Ancora sesta l’Italia, con 78 mila unità. Nelle applicazioni, si va dalla manipolazione con 1.343.000 robot installati (in pratica la metà del totale) alla saldatura (676 mila) e assemblaggio (323 mila).

In questo quadro, il tasso di densità dei robot industriali nel mondo (ogni 10 mila addetti) rilevato dal 2009 si attesta sulle 126 unità nel 2020, molto cresciuto negli ultimi 3 anni: l’Europa gli è molto vicina (123) e, anche se Asia e Australia la superano di molto (134), considerando i singoli Paesi la nostra Italia vanta una media di tutto rispetto (224) e un 11° posto nel mondo, che quando alcuni Paesi non erano ancora in crescita vertiginosa come la Cina, era ancora più in alto in questa classifica della densità di popolazione dei robot industriali.

Dopo la lieve controtendenza del 2020, le previsioni dell’IFR fino al 2024 sono ancora al rialzo: nel 2021 il mercato dei robot industrali dovrebbe crescere del +13%, e tornare ai livelli antecedenti alla pandemia. In seguito, a oggi dal 2022 fino al 2024 si prevede una crescita minore seppur costante del 6% all’anno, grazie all’aumento della flessibilità produttiva (per una vita più breve dei prodotti e la crescita della loro varietà) e della competitività, come dei robot nelle PMI e al miglioramento della qualità del lavoro e della sicurezza. Inoltre aumenteranno le applicazioni dei robot collaborativi e l’automazione flessibile grazie all’Industria 4.0, a cui si aggiunge il sempre maggior sviluppo dell’IA (Intelligenza Artificiale) e l’aiuto della robotica nella pandemia che ha inevitabilmente superato l’uso dei periodi precedenti.

Con l’occasione Appendino ha anhe presentato il focus sulla nuova area espositiva RobotHeart (dedicata al mondo della robotica come “cuore” e come “arte”) focalizzata sull’automazione e le tecnologie connesse, che vedrà il suo debutto all’interno della prossima fiera 33.Bi-MU del 12-15 ottobre 2022.

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a cura di Loris Cantarelli