L’IA Made in Italy conquista la medicina americana

L’IA Made in Italy conquista (anche) la medicina americana: al Massachusetts General Hospital, “Katherine”, un avatar conversazionale realizzato dall’azienda senese QuestIT, dotato di Large Language Model (LLM) verticale, è in grado di prevenire le malattie cardiache dei giovani.

L’IA Made in Italy si sta rivelando un’interessante realtà. Sappiamo bene che le potenzialità dell’intelligenza artificiale sono infinite. E pare proprio che quest’ultima rappresenti il presente e sarà il futuro (anche) della medicina. In questo scenario l’Italia sta investendo in numerosi “AI Project” avanzati in grado di migliorare la vita quotidiana.

Ne è un interessante esempio “Katherine”, realizzato dall’azienda senese QuestIT. Si tratta di un avatar conversazionale, il primo nel settore sanitario ad essere dotato di Large Language Model (LLM) verticale e quindi in grado di comprendere e produrre alla perfezione il linguaggio medico.

Il virtual twin, dai primi mesi del 2024, sarà a disposizione dei professionisti del Massachusets General Hospital per aiutarli, nell’ottica del programma Raising Healthy Hearts, a salvaguardare la salute cardiovascolare di bambini e adolescenti di età non superiore ai 18 anni da fattori rischiosi come l’ipertensione e il colesterolo alto.

L’IA Made in Italy in crescita

Velocità, flessibilità e accuratezza, questi sono i vantaggi correlati all’uso di un digital human in un contesto operativo come quello sanitario. Katherine è un esempio molto interessante di come l’IA Made in Italy stia crescendo e, soprattutto, attirando l’attenzione anche di grandi potenze globali, da cui siamo normalmente abituati ad acquistare soluzioni tecnologiche avanzate”, spiega Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT (nella foto qui sotto).

Le potenzialità del Large Language Model opensource

Inoltre, ci tengo a precisare che il nostro avatar sfrutta le più moderne tecnologie di elaborazione del linguaggio naturale, ovvero un Large Language Model opensource che abbiamo specializzato sul settore medico-sanitario, e dunque, in grado di analizzare e comprendere al meglio le cartelle cliniche dei pazienti presenti nel sistema di archiviazione dell’ospedale e conversare con medici, e pazienti stessi, in maniera precisa ed efficace”, aggiunge Ernesto Di Iorio.

Privacy e dati al sicuro

Il sistema può essere installato direttamente all’interno dell’infrastruttura cloud dell’ospedaleattraverso una serie di ottimizzazioni e addestramenti su funzioni specifiche. Tale metodologia ha permesso di azzerare ogni dubbio legato alla sicurezza e alla privacy dei dati. L’intelligenza artificiale, quindi, come nel caso di Katherine, può essere un valido alleato, nella lotta contro malattie e virus perché è sempre più in grado di far risparmiare tempo e risorse, senza rinunciare all’accuratezza delle risposte e alla sicurezza dei dati soprattutto in settori così strategici come quello sanitario”, spiega Ernesto Di Iorio.

IA Made in Italy

Report accurati

L’IA è il presente e sarà il futuro della medicina. Katherine ha un grande potenziale per essere un valido alleato nella lotta contro le malattie cardiovascolari, le quali, purtroppo, stanno diventando sempre più comuni anche nei giovani. Grazie a quest’innovazione all’avanguardia, orientata al Question & Answering, i professionisti in carne ed ossa dell’ospedale e i pazienti saranno in grado di dialogare con lo stesso avatar”, afferma invece Oscar Benavidez, Capo della Cardiologia Pediatrica.

Grazie proprio al continuo confronto, l’assistente virtuale sarà capace di creare report accurati partendo da un semplice insieme di documenti e file e di estrarre dati e informazioni utili da cartelle cliniche esorbitanti. QuestIT, azienda ben conosciuta sia in Italia sia in Europa per le sue tecnologie, è il partner ideale per la realizzazione di questo progetto, specifico per salvare pazienti vulnerabili”, ha concluso il Capo della Cardiologia Pediatrica, a dimostrazione di come l’IA Made in Italy possa rivelarsi una risorsa preziosa anche nel comparto medicale.

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a cura di Simona Recanatini