Gruppo Camozzi, la nuova frontiera è lo spazio

La controllata Ingersoll Machine Tools Inc. fornirà Mongoose alla Blue Origin di Jeff Bezos, fondatore di Amazon.

La controllata Ingersoll Machine Tools fornirà la sua macchina Mongoose alla Blue Origin di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon.

Si chiama Mongoose ed è l’innovativa macchina di posizionamento delle fibre più grande al mondo realizzata da Ingersoll Machine Tools, società statunitense appartenente alla divisione Camozzi Machine Tools di Camozzi Group, realtà internazionale operante in diversi settori industriali, dall’automazione industriale alle macchine utensili, dalle macchine tessili alla lavorazione delle materie prime. Una meraviglia dell’ingegneria sviluppata per Blue Origin (azienda statunitense creata da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, specializzata nel settore dei velivoli aerospaziali) per produrre i razzi dei veicoli spaziali che porteranno gli uomini sulla luna e, forse, anche su Marte.

Ingersoll Machine Tools – ai vertici mondiali nello sviluppo di macchine utensili avanzate per il settore aerospaziale, difesa, trasporti, energetico e industrie pesanti – con sede a Rockford in Illinois, entra a far parte della divisione Camozzi Machine Tools nel 2003. Un’operazione, del valore di 15,7 milioni di dollari, che rientra in una visione di più ampio respiro che vede il Gruppo Camozzi impegnato nell’acquisizione di aziende italiane ed estere, leader nei rispettivi segmenti di mercato.

In tal senso, con Mongoose il Gruppo traccia una nuova rotta nel futuro dell’industria aerospaziale. Una progettazione durata tre anni per realizzare il “gigante” a 5 piani, che misura 41 x 15 x 13 m, che sarà disassemblato nelle prossime settimane e trasportato presso la Blue Origin all’Exploration Park del Kennedy Space Center a Merritt Island in Florida. La macchina sarà riassemblata sul posto e verrà utilizzata per la realizzazione di grandi componenti, quali serbatoi criogenici che saranno riempiti con ossigeno liquido e idrogeno per l’alimentazione dei razzi. Mongoose sarà altresì impiegata per la costruzione delle carenature, ovvero grandi strutture aerodinamiche che conterranno il carico utile del lanciatore come, ad esempio, una schiera di satelliti o strumentazioni delicate.

Un’ulteriore applicazione, dunque, che si aggiunge alla lunga lista di casi di successo del Gruppo Camozzi: i macchinari Ingersoll producono materiali compositi in fibra, spesso di carbonio e giuntati con resina o resina epossidica per molteplici ambiti. I nuovi modelli di aeromobili, come ad esempio il Boeing 787, utilizzano compositi in sostituzione dell’alluminio, realizzati con macchinari progettati e prodotti dall’Azienda. In dettaglio, il 70% di fibra di carbonio presente nelle fusoliere viene generata grazie all’ausilio della tecnologia Ingersoll.

Una partnership, quella siglata in questo settore, che rappresenterà un vantaggio non solo per l’azienda ed i suoi dipendenti, ma anche l’intera comunità di Rockford.  Il progetto Mongoose, infatti, è stato possibile grazie al contributo di molte imprese locali. Un aspetto estremamente importante per continuare a diffondere un messaggio positivo anche in altre aree. Ingersoll continuerà ad essere società di Rockford e di successo nella manifattura, attraendo anche altre realtà subappaltatrici della zona.

Lodovico Camozzi, President and Chief Executive Officer del Gruppo Camozzi, ha dichiarato: «Siamo molto orgogliosi di aver contribuito a questo importante progetto. Una concreta declinazione della qualità ed eccellenza che da sempre contraddistinguono le nostre soluzioni, frutto della volontà del Gruppo di puntare a valorizzare le competenze specifiche di ogni brand, allo scopo di realizzare sistemi custom, ad alto valore aggiunto per i Clienti in termini di prestazioni e benefici. In tal senso, la positiva sinergia instaurata con Ingersoll ha permesso alla Divisione Camozzi Machine Tools di riconfermarsi leader del settore con un’offerta che spazia dalle macchine utensili di grandi dimensioni, per titanio ed alluminio, fino alle macchine per deposizione della fibra di carbonio».

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a cura di Loris Cantarelli