Taisch (MADE): alle imprese serve un’infrastruttura normativa e finanziaria stabile e predittiva

Il piano Transizione 5.0 lascia una lunga scia di osservazioni e di spunti interessanti che The Next Factory vuole continuare a fornire ai suoi lettori attraverso le parole di illustri osservatori come Marco Taisch, presidente MADE Competence Center Industria 4.0.

Il piano Transizione 5.0 lascia una lunga scia di osservazioni e di spunti interessanti che The Next Factory vuole continuare a fornire ai suoi lettori attraverso le parole di illustri osservatori. Abbiamo sentito Marco Vecchio di Anie, Carlo Alberto Carnevale Maffè della SDA Bocconi ora proponiamo la voce di Marco Taisch, presidente MADE Competence Center Industria 4.0.

Il decreto appena approvato dal Consiglio dei Ministri mette le basi per un piano Transizione 5.0 strutturato. Quale è la vostra valutazione in proposito?

Il piano Transizione 5.0 rappresenta effettivamente una progressione naturale del precedente piano 4.0, in quanto si concentra non solo sull’innovazione tecnologica, ma anche sull’aspetto cruciale e complementare della sostenibilità ambientale. Le misurazioni ex ante ed ex post sull’impronta ambientale sono azioni imprescindibili per l’efficacia delle iniziative industriali, con benefici economici, di sistema, occupazionali e finanziari per le imprese che le mettono in pratica. Questa spinta decisa verso la sostenibilità riflette un impegno e una visione orientati non al futuro, ma al presente dei nostri comparti produttivi. Quello della “doppia transizione” è un binomio che non possiamo ignorare quando parliamo di innovazione.

Nel testo del decreto si parla di crediti d’imposta concessi alle aziende in vista di determinati investimenti. Secondo la vostra opinione basteranno questi crediti a tranquillizzare le aziende e far ripartire i loro investimenti?

È essenziale comprendere che questi strumenti non sono solo una risposta istantanea alle esigenze delle aziende, ma piuttosto un impegno a lungo termine per creare un ambiente favorevole agli investimenti e alla crescita economica. L’intento è quello di fornire alle imprese un’infrastruttura normativa e finanziaria stabile e predittiva, che le incoraggi ad adottare pratiche aziendali innovative. Gli strumenti dovrebbero essere visti non solo come un mezzo per stimolare gli investimenti delle grandi aziende, ma anche come un incentivo concreto – e insostituibile – per le piccole e medie che costituiscono una parte vitale e prevalente del tessuto economico del paese.

Taisch (MADE): alle imprese serve un'infrastruttura normativa e finanziaria stabile e predittiva
Marco Taisch, presidente MADE Competence Center Industria 4.0

In concreto, quali benefici e quali criticità vedete in questo decreto?

I benefici sono rappresentati dal grande potenziale per investimenti in tecnologie e pratiche più sostenibili che il decreto prefigura, promuovendo l’innovazione e la competitività delle imprese italiane. Le attenzioni sono da riservare, come spesso accade, alle implementazioni: una distribuzione equa degli incentivi (anche tra le PMI) e un monitoraggio attento della loro efficacia sono misure tanto importanti quanto gli strumenti finanziari stessi.

Cosa vi aspettate dai decreti attuativi che ancora devono arrivare? E quali suggerimenti dareste?

Dai decreti ci aspettiamo chiarezza e dettagli sull’attuazione dei diversi aspetti del Piano, compresi i criteri per l’assegnazione degli incentivi e le modalità di monitoraggio e valutazione di impatto. Serviranno coerenza e pragmatismo, ma anche consultazione e un “design” partecipato, coinvolgendo il settore privato e la società civile nel processo di elaborazione dei decreti, per un approccio inclusivo e orientato al risultato.

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a cura di Stefano Belviolandi