Nonostante un anno molto promettente, nel 2024 robotica e macchine utensili hanno registrato un rallentamento significativo: ecco un’analisi ragionata di Keba.

Il 2024 per la robotica italiana non è stato un grande anno, così come per il mercato delle macchine utensili.
I dati più eclatanti
Secondo i dati diffusi da Siri a maggio 2025, l’anno precedente il mercato robotico italiano ha registrato una decisa flessione. Sebbene la produzione sia lievemente aumentata con un +1,1%, il consumo nazionale è sceso di oltre il –11% a confronto con il 2023.
Attualmente il “parco robotico” conta poco più di 106.000 unità; questo valore comprende tutte le tipologie di robot, dai cartesiani agli antropomorfi, passando anche per gli SCARA.
Interessanti il numero di unità e percentuale dei robot in relazione alle operazioni specifiche: lo scorso anno oltre il 69% (73.000 unità ma un –12% rispetto al 2023) è stato dedicato alla manipolazione degli oggetti, mentre il 15% (quasi 16.000 unità con un +1,7 rispetto a 2 anni fa) erano dislocate per processi di saldatura automatizzata e poco più dell’8% era destinato alle operazioni di assemblaggio (–17% in confronto al 2023).
Queste cifre fanno supporre in qualche modo l’iniziale e positivo trend industriale, che ha visto nell’ambito del pick & place e saldatura il maggiore sviluppo. Tuttavia le cifre del 2024 mettono in evidenza una generale battuta di arresto.
Alcune considerazioni
Alla luce di questo scenario, emergono alcune importanti considerazioni da fare sulle cause di questo temporaneo rallentamento. Un’importante indicazione è quella che riguarda un settore che da sempre fa largo uso dell’automazione, ossia quello automotive; senza addentrarci nelle dinamiche della transizione verso la mobilità elettrica, è evidente quanto la sofferenza di questo mercato impatti direttamente anche sugli investimenti in automazione. Meno investimenti, meno macchinari.
Dando uno sguardo con un’ottica più ampia si nota la seconda indicazione, non meno importante della prima, ovvero le complessità e i ritardi nell’attuazione del Piano Transizione 5.0 che hanno limitato l’accesso, da parte del comparto industriale, alle agevolazioni e agli incentivi previsti dalla norma. Infatti, cifre alla mano, solo pochissime aziende (poco più del 3%) sono riuscite a superare le difficoltà dovute alla burocrazia e a tutto ciò che ne deriva. Inoltre, la situazione si complica ulteriormente per l’ormai cronica carenza di personale qualificato, in possesso delle competenze necessarie per poter restare al passo con l’evoluzione tecnologica del mercato.
L’intervista sul mercato
Abbiamo posto alcune domande direttamente a Keba sulla situazione e le prospettive del mercato italiano della robotica.
Come vede Keba la situazione del mercato in questa prima metà del 2025? È possibile confermare le stime prudenzialmente al rialzo? Si parla di circa un +3%…
Fare previsioni sull’andamento del mercato dell’automazione industriale e della robotica è un argomento complesso. Il 2024 ha mostrato un calo negli investimenti per l’automazione industriale che ha coinciso con una debolezza della domanda proveniente dalla manifattura.
Va anche considerato che nella prima metà del 2025 la crescita ha mostrato tutta la fatica per “ingranare” anche se, entro la fine dell’anno, sono attesi comunque, con un cauto ottimismo, i primi segnali di ripresa. Secondo noi le previsioni di crescita a medio termine sono corrette, tuttavia riguardo al breve termine la ripresa sarà inevitabilmente subordinata dall’instabilità del contesto geopolitico ed economico.
Secondo Keba, quali tecnologie possono aiutare il settore? Cosa possono fare i produttori di robot per tornare a crescere?
I produttori di robot devono adottare strategie mirate a capitalizzare sulle nuove tecnologie, come ad esempio l’IA (Intelligenza Artificiale) e ML (Machine Learning). I robot industriali dovranno essere sempre più intelligenti e autonomi, in grado di apprendere dall’esperienza, ma anche sapersi adattare ad ambienti dinamici e prendere decisioni in tempo reale. Questi aspetti includono l’IA fisica – per i robot che interagiscono con il mondo fisico – e l’IA analitica, indispensabile per elaborare grandi quantità di dati in tempo reale. Inoltre sarà sempre più richiesta la riduzione della complessità di programmazione dei robot, attraverso la programmazione semplificata, interfacce intuitive e l’auto-apprendimento.
È una ricetta che vede 2 ingredienti come la semplicità e un plug & play sempre più agile poiché solo in questo modo sarà possibile abbattere le barriere che ostacolano l’adozione delle nuove tecnologie e alimentare la potenzialità di crescita del settore.
L’“Easy to Use” sembra la risposta imprescindibile a molte delle sfide di oggi e di domani. Qual è la ricetta che Keba offre ai costruttori di robot industriali?
Fino a qualche anno fa il robot industriale veniva considerato un organo autonomo destinato a un compito specifico, come la saldatura, l’assemblaggio, la pallettizzazione. Negli ultimi anni stiamo assistendo a un trend che prevediamo accelererà ulteriormente in futuro: stiamo parlando dell’integrazione, ovvero i robot industriali stanno diventando sempre più un componente integrato nelle macchine e nei processi produttivi. Questo nuovo paradigma impone che le architetture di automazione siano in grado di gestire le cinematiche robotiche in modo trasparente e coordinato con le altre movimentazioni della macchina.
Keba ha previsto questa tendenza fin dalle origini. Per questo motivo ha sviluppato la piattaforma di controllo Kemro X (nell’immagine qui sopra) attraverso un concetto modulare sia per quanto riguarda il software, sia per l’hardware. Il runtime si basa su sistema operativo Linux e offre pacchetti applicativi per robotica, motion, CNC, sicurezza, visualizzazione e intelligenza artificiale, il tutto perfettamente armonizzato in un’unica suite. Anche per quanto riguarda l’hardware, Kemro X può soddisfare senza alcun problema ogni requisito, sia a livello tecnologico che normativo: CPU e moduli computazionali per IA locale, I/O, servodrive e servomotori, terminali operatore e – non ultimo – tecnologia di sicurezza conforme alla 10218-2. Questa recentissima norma pubblicata lo scorso febbraio 2025, deve essere applicata da tutti coloro che costruiscono macchine e sistemi completi che integrano robot industriali.
a cura di Redazione
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere