Cosimo Accoto, filosofo della tecnologia e ricercatore affiliato al MIT, è intervenuto a SPS Italia 2025 e ha delineato questo nuovo scenario, tracciando una traiettoria che unisce filosofia, ingegneria e trasformazione economica per arrivare a una nuova civiltà delle macchine.

Viviamo un passaggio epocale, in cui la robotica e l’intelligenza artificiale non sono più due mondi separati, ma curve convergenti che definiscono una nuova civiltà delle macchine.
Così Cosimo Accoto, filosofo della tecnologia e ricercatore affiliato al MIT, ha sintetizzato nel suo intervento a SPS Italia 2025. Durante il suo intervento, Accoto ha delineato questo nuovo scenario, tracciando una traiettoria che unisce filosofia, ingegneria e trasformazione economica.
Due curve che si incontrano: AI e robotica
L’intelligenza artificiale e la robotica si muovono su due traiettorie parallele ma sempre più vicine. L’AI, nella sua dimensione generativa e cognitiva, sta dando nuova linfa alla robotica, trasformando le macchine da semplici esecutori meccanici ad agenti intelligenti in grado di percepire, ragionare, decidere e agire.
Secondo Accoto, questo passaggio segna un punto di svolta: non siamo più di fronte a strumenti tecnici, ma a entità operative, autonome, che contribuiscono attivamente ai processi produttivi, decisionali ed economici. In questa simbiosi tra codice e hardware si sta costruendo una “civiltà delle macchine” con le sue regole, etiche, tecniche ed economiche.
Le quattro dimensioni della nuova robotica
Per comprendere questa trasformazione, Accoto individua quattro dimensioni chiave che caratterizzano l’evoluzione delle macchine intelligenti:
- Percezione – Grazie a sensori avanzati, anche quantistici, le macchine oggi percepiscono lo stato del mondo fisico in modo sofisticato. Non si tratta solo di rilevare vibrazioni o calore, ma di costruire un vero e proprio sensorium artificiale capace di cogliere segnali complessi e invisibili a occhio nudo.
- Connessione – Le macchine sono sempre più collegate in rete, in grado di comunicare tra loro e con sistemi remoti. Un esempio è la guida autonoma, dove l’elaborazione cognitiva dei dati permette di “vedere” ostacoli anche in assenza di visione diretta.
- Simulazione – È la rivoluzione del digital twin: modelli digitali che simulano il comportamento e lo stato futuro di asset fisici. Non sono semplici copie, ma dispositivi cognitivi che anticipano scenari, permettono manutenzioni predittive e ottimizzano intere filiere industriali. Accoto paragona questa rivoluzione simulativa a quella sperimentale di Galileo Galilei.
- Attualizzazione economica – Il futuro prossimo vede le macchine coinvolte non solo nell’azione fisica ma anche nelle transazioni economiche: si tratta del mondo della robotica economica, in cui le macchine operano come attori economici autonomi.
Dall’automazione all’azione economica
L’ultima frontiera è forse la più dirompente: la capacità delle macchine di operare nel mercato in autonomia. Quando una macchina inizia a prendere decisioni d’acquisto, di investimento, di allocazione di risorse, si apre una nuova dimensione: il mercato delle macchine agenti.
«Il vero compito – sottolinea Accoto – non è solo progettare queste tecnologie, ma favorirne l’adozione consapevole e strategica. Le imprese, i tecnici e i decisori devono colmare il gap tra innovazione accelerata e trasformazione organizzativa. È tempo di nuovi mindset, capaci di leggere le macchine non più come meri strumenti, ma come attori intelligenti, interconnessi e agentivi, parte attiva di sistemi sociotecnici sempre più complessi».
Una nuova civiltà delle macchine
L’intelligenza artificiale potenzia la robotica; la robotica dà corpo e azione all’intelligenza artificiale. Questo intreccio genera una nuova civiltà in cui le macchine non solo pensano, ma agiscono e transano.
Non siamo davanti a una semplice evoluzione tecnologica, ma a una trasformazione culturale e sistemica, che richiede nuove categorie, nuovi modelli e nuova consapevolezza.
a cura di Stefano Belviolandi
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