Fanuc ha integrato la cybersecurity come elemento strutturale della progettazione dei suoi robot industriali. Lo spiega David Chero Vassallo, Application Engineer IoT di Fanuc Italia.

Con l’aumento dell’interconnessione tra sistemi OT e IT, i robot industriali non sono più semplici macchine isolate, ma nodi attivi all’interno di infrastrutture complesse, e quindi esposti a potenziali vulnerabilità informatiche.
I principali produttori di robot stanno prendendo atto di questa evoluzione e adottano soluzioni sempre più avanzate per proteggere i propri sistemi.
Un esempio arriva da Fanuc, azienda giapponese nel settore dell’automazione, che ha integrato la cybersecurity come elemento strutturale della progettazione dei suoi robot industriali. Lo spiega David Chero Vassallo, Application Engineer IoT di Fanuc Italia.
La cybersecurity come parte integrante del progetto
«La nostra visione – afferma Vassallo – è che la sicurezza informatica non può essere considerata un’aggiunta, ma deve essere progettata fin dall’origine». Da qui la decisione di dotare i controllori dei robot di protocolli cifrati (SFTP), meccanismi di autenticazione robusti e, con il nuovo controllore R-50iA, arrivare alla certificazione IEC 62443, riferimento internazionale per la sicurezza dei sistemi di automazione.

Comunicazioni sicure e controllo degli accessi
I produttori come Fanuc hanno compreso che non basta proteggere il robot in sé: è l’intero ecosistema connesso a dover essere sicuro. Oltre alla crittografia delle comunicazioni, Fanuc ha sviluppato strumenti come FASC (Fanuc Server Access Control), che permette di limitare l’accesso ai controllori a client autorizzati identificati via IP.
«L’accesso sicuro non è più una questione locale – aggiunge Vassallo – ma va gestito in modo centralizzato e integrato. Per questo, supportiamo la connessione a server LDAP, e prevediamo anche l’autenticazione tramite chiavetta hardware, aumentando così la protezione contro accessi fisici non autorizzati».
Sistemi AI sì, ma sotto controllo umano
Molti temono che l’integrazione di intelligenza artificiale nei robot possa aprire nuovi fronti di vulnerabilità. I produttori ne sono consapevoli, e anche in questo ambito Fanuc ha scelto un approccio conservativo e responsabile.
Le soluzioni come AI Error Proofing e AI Box Locator operano su modelli addestrati in modo supervisionato. «Ogni apprendimento è validato da un operatore – spiega Vassallo – e le immagini dubbie non vengono accettate automaticamente. Questo riduce la possibilità di attacchi ‘adversarial’ e migliora l’affidabilità del sistema».
Supporto continuo ai clienti e segmentazione della rete
I produttori più avanzati non si limitano a fornire tecnologie sicure: si preoccupano anche di come i clienti le implementano. In questa direzione, Fanuc ha investito nella formazione dei system integrator e nello sviluppo di strumenti software per l’integrazione sicura con i sistemi MES/ERP/SCADA. La possibilità di salvare i dati in database esterni e segmentare la rete OT da quella IT è un altro tassello di questa strategia.
Consapevolezza e cultura della cybersecurity
Infine, il messaggio è chiaro: la tecnologia da sola non basta. «Il vero rischio – avverte Vassallo – è la mancanza di consapevolezza. Troppo spesso i comportamenti poco attenti o la scarsa formazione aprono la porta a incidenti gravi». I numeri parlano chiaro: secondo il Clusit, l’Italia subisce il 10% degli attacchi informatici gravi a livello globale, e le PMI sono tra le più colpite.
Anche i produttori di robot devono quindi assumersi un ruolo educativo, promuovendo la cultura della sicurezza digitale. «La sfida della cybersecurity – conclude Vassallo – si vince solo combinando progettazione sicura, supporto attivo e formazione continua».
a cura di Stefano Belviolandi
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere