La robotica industriale entra nell’era della sicurezza informatica. ABB adotta un approccio Security by Design, proteggendo i suoi robot con tecnologie avanzate e strategie multilivello contro minacce digitali e fisiche.

In un mondo sempre più connesso, dove i sistemi produttivi si integrano con il cloud, l’intelligenza artificiale e le reti IT, la cybersecurity è diventata un pilastro imprescindibile anche nella robotica industriale.
Non si tratta più soltanto di evitare guasti o fermate di macchina: oggi proteggere un robot significa anche difendere i dati, l’infrastruttura e la continuità operativa di un’intera fabbrica.
In un’epoca in cui ogni macchina è un nodo della rete, la cybersecurity nella robotica industriale non è più opzionale: è una condizione di sopravvivenza.
Le tecnologie ci sono, ma serve una visione sistemica e una responsabilità condivisa tra chi produce, chi integra e chi utilizza i robot. Solo così la fabbrica del futuro potrà essere non solo efficiente, ma anche resiliente.
Secondo Lorenzo Zenobio Di Fusco, Business Development and Marketing Specialist di ABB Robotics, la sicurezza informatica non è un’aggiunta successiva, ma un aspetto progettuale fondamentale.
«In ABB integriamo la cybersecurity fin dalle prime fasi di sviluppo dei nostri robot, secondo il principio della Security by Design. Seguiamo standard internazionali come l’IEC 62443 e applichiamo una strategia a più livelli che include firewall integrati, segmentazione della rete, sistemi di rilevamento delle intrusioni e controlli di accesso dettagliati», afferma
Comunicazioni sicure, anche nella fabbrica connessa
Con l’aumento dell’interconnessione tra macchine, PLC, sensori e sistemi gestionali, garantire la sicurezza delle comunicazioni è ormai indispensabile.
«I nostri robot comunicano attraverso protocolli crittografati come TLS, e ogni dispositivo utilizza certificati digitali e sistemi di autenticazione multilivello per evitare accessi non autorizzati», dichiara Zenobio Di Fusco.
A questo si aggiunge la protezione fisica dei dispositivi, spesso sottovalutata ma altrettanto cruciale.
«Prevediamo password per l’accesso ai controller, blocco delle porte USB inutilizzate e supporto a chiusure meccaniche. Inoltre – continua – lavoriamo con i clienti per assicurare che i robot siano installati in ambienti sicuri anche dal punto di vista fisico».
L’intelligenza artificiale apre nuove sfide
La robotica moderna fa largo uso di intelligenza artificiale, soprattutto per la visione artificiale, l’adattamento ai contesti produttivi e l’ottimizzazione in tempo reale.
Tuttavia, l’AI può anche essere un punto debole, se non adeguatamente protetta.
«Sappiamo che gli algoritmi possono essere soggetti ad attacchi di tipo adversarial, cioè manipolazioni pensate per ingannare la macchina. Per questo conduciamo test specifici e, nei contesti critici, affianchiamo all’intelligenza artificiale sistemi di controllo più tradizionali e ridondanti».
Supporto continuo e formazione

ABB non si limita a fornire robot sicuri: accompagna i clienti in tutte le fasi, dalla progettazione alla manutenzione.
«Mettiamo a disposizione linee guida per la segmentazione delle reti, configurazioni sicure, software come SafeMove e RobotStudio con funzionalità avanzate di sicurezza, e programmi di formazione per i team IT e OT. Il nostro supporto continua anche dopo l’installazione, con aggiornamenti costanti e audit di sicurezza», precisa.
Le minacce emergenti: IT e OT sempre più vicine
Con la crescente convergenza tra sistemi IT e OT, la superficie d’attacco si espande. Ransomware industriali, attacchi alla supply chain e compromissioni dei protocolli di comunicazione sono ormai una realtà.
«L’adozione di AI, cloud e sistemi distribuiti richiede un cambiamento culturale e tecnologico. Per questo spingiamo per l’adozione dell’approccio zero-trust anche in ambito industriale, abbinato a un monitoraggio costante e alla collaborazione tra produttori, integratori e clienti», conclude Zenobio Di Fusco.
a cura di Stefano Belviolandi
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