Pasquale Lambardi, Presidente e CEO di Relatech, in SPS Italia 2025 spiega le novità che riguardano l’azienda dagli accordi con Microsoft alle iniziative in ambito cybersecurity fino all’implementazione dell’intelligenza artificiale come sfida alla sicurezza.

Relatech sta puntando sul mercato industriale europeo, in particolare su Germania e Austria.
Una delle tecnologie su cui si fonda questa strategia è Ignition, la piattaforma software rivoluzionaria sviluppata da Inductive Automation, storico partner in Italia di EFA Automazione, azienda parte del gruppo Relatech.
«Abbiamo recentemente esteso l’accordo anche alla Germania e all’Austria», ha affermato Pasquale Lambardi, Presidente e CEO di Relatech, incontrato a Parma durante SPS Italia 2025. «Vogliamo rafforzare la nostra presenza internazionale e posizionarci come player digitale europeo in grado di offrire soluzioni end-to-end nel mondo industriale».
Questo percorso si inserisce in una nuova fase della storia aziendale. Dopo essere uscita dalla Borsa nel 2024, Relatech è oggi una società privata sostenuta da un fondo di private equity.
«L’ingresso del fondo ci ha permesso di essere più agili dal punto di vista strategico e operativo», spiega Lambardi. «Senza i vincoli tipici di una società quotata, possiamo muoverci con maggiore libertà, soprattutto sul fronte delle acquisizioni e dell’espansione internazionale».
Crescita tramite acquisizioni
Le acquisizioni, infatti, rappresentano uno degli strumenti principali per accelerare lo sviluppo del gruppo. L’obiettivo è consolidare un’offerta integrata, acquisendo nuove competenze e presidiando nuovi territori, soprattutto all’estero.
«Abbiamo in programma nuove acquisizioni. Vogliamo diventare un protagonista europeo nella trasformazione digitale dell’industria, partendo proprio dal manifatturiero», sottolinea Lambardi.
Rafforzamento della partnership con Microsoft
La partnership con Microsoft è da anni un pilastro per Relatech. Inizialmente focalizzata su Office 365 e sulla sicurezza informatica, oggi si è evoluta verso l’intelligenza artificiale e la Data Analytics.
«Abbiamo investito in nuove figure professionali per rafforzare questa collaborazione», racconta Lambardi. «Quest’anno abbiamo portato avanti con Microsoft una forte attività, non solo nei lab, ma anche con casi concreti come quello che presentiamo all’SPS per il mercato industriale».
In quest’ottica, Relatech ha siglato un accordo con Microsoft a livello europeo per verticalizzare l’AI nei contesti industriali.
«L’obiettivo è rendere l’intelligenza artificiale qualcosa di concreto, applicabile, scalabile nei processi produttivi reali. Siamo convinti che questa tecnologia possa trasformare radicalmente il mondo industriale, ma deve essere progettata per chi quei processi li vive ogni giorno», spiega Lambardi.
Cybersecurity come missione aziendale
Anche sul fronte della Cybersecurity, Relatech ha una visione chiara e fortemente valoriale.
«Per noi non è solo un servizio, ma una vera e propria missione», dichiara Lambardi. «Digitalizzare le imprese è fondamentale, ma va fatto in modo sicuro e sostenibile. Per questo abbiamo sviluppato un sistema di sicurezza preventiva che monitora sia i sistemi IT che quelli di produzione industriale».
L’azienda ha anticipato le richieste della nuova normativa europea Nis2, sviluppando soluzioni ad hoc per il mondo industriale.
«Nel contesto produttivo il rischio non riguarda solo i dati, ma anche la sicurezza delle persone. Gli attacchi possono alterare i parametri di produzione, con conseguenze economiche e operative anche gravi. Per questo serve un approccio diverso da quello tradizionale del mondo IT», ribadisce.
L’intelligenza artificiale, però, rappresenta anche una nuova sfida per la sicurezza.
«La AI generativa viene utilizzata anche dagli hacker, soprattutto per simulare comportamenti umani nei tentativi di phishing. Gli attacchi stanno diventando sempre più sofisticati», osserva Lambardi. «Per difendersi non basta la tecnologia: servono cultura, formazione, consapevolezza. Per questo stiamo investendo tantissimo sull’education».
Anche le buone pratiche più semplici, come il cambio periodico delle password, possono fare la differenza. Ma con strumenti sempre più potenti nelle mani degli attaccanti, serve una risposta altrettanto strutturata e integrata.
a cura di Stefano Belviolandi
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