Serve un impegno condiviso per affrontare le transizioni in corso, superare le frammentazioni e costruire una rete industriale più solida, inclusiva e sostenibile. Sono questi alcuni dei concetti chiave emersi durante il Made in Italy Innovation Forum, la tre giorni dedicata all’innovazione sostenibile e digitale nei settori chiave della manifattura italiana tenutasi a Cernobbio.

Non c’è competitività senza innovazione e non c’è innovazione senza collaborazione.
Serve un impegno condiviso per affrontare le transizioni in corso, superare le frammentazioni e costruire una rete industriale più solida, inclusiva e sostenibile.
Sono questi alcuni dei concetti chiave emersi durante il Made in Italy Innovation Forum, la tre giorni dedicata all’innovazione sostenibile e digitale nei settori chiave della manifattura italiana tenutasi a Cernobbio.
Oltre 100 speaker, 30 sessioni tematiche parallele e più di 1000 partecipanti riuniti a Villa Erba per confrontarsi sui grandi temi che stanno ridefinendo il futuro dell’industria nazionale.
Promosso dal Partenariato Esteso MICS – Made in Italy Circolare e Sostenibile, finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con risorse europee del programma NextGenerationEU, il Forum punta a rafforzare il legame tra ricerca, impresa e istituzioni, per costruire un sistema produttivo moderno, competitivo e attento alla transizione ecologica.
La manifattura italiana ha tutte le potenzialità per guidare questo cambiamento. Ma da subito!

Nocivelli (Confindustria): innovare richiede progettazione, sperimentazione e sviluppo
«Servono certezze e meno burocrazia per far ripartire gli investimenti», sentenzia Marco Nocivelli, vicepresidente di Confindustria con delega al Made in Italy, intervenuto nel secondo giorno dove ha sottolineato la necessità di semplificare il contesto normativo: «Oggi le imprese hanno bisogno di fiducia e regole chiare per poter investire. Il Piano Transizione 5.0 è partito con grandi complicazioni burocratiche e un ritardo nei decreti attuativi che ne ha compromesso l’efficacia. Per questo chiediamo di superare la scadenza del 31 dicembre 2025: servono tempi più realistici, perché innovare richiede progettazione, sperimentazione e sviluppo. Non si può comprimere tutto in pochi mesi».
Giovannini (ASviS): Sul fronte ambientale non si fanno passi indietro perchè si rischia una perdita secca di competitività
Non meno impellente l’impegno da parte di Enrico Giovannini, direttore scientifico di ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, che ha evidenziato l’urgenza della transizione ecologica. «Non possiamo permetterci di tornare indietro sul fronte ambientale. Il rischio – ha ricordato – non è solo quello di un disastro climatico, ma anche di una perdita secca di competitività per il nostro sistema economico. I dati parlano chiaro: le imprese che hanno davvero abbracciato la sostenibilità sono più forti e competitive. Chi rallenta o aspetta, rischia di restare indietro. Gli altri Paesi stanno correndo, e l’Italia non può permettersi di restare ferma».
Splendori (MIMIT): Le Case del Made in Italy sono luoghi in cui raccogliere le esigenze reali dei territori e riportarle al livello centrale
Una delle fonti ministeriali ha replicato come anche il ruolo delle istituzioni stia cambiando. «Non vogliamo limitarci a fare norme dall’alto, ma essere un partner attivo. Il piccolo imprenditore spesso non ha il tempo né le risorse per orientarsi tra bandi, fondi e procedure. Per questo – ha spiegato Amerigo Splendori, Direttore Generale per i Servizi Territoriali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy – abbiamo creato le Case del Made in Italy: spazi fisici di accoglienza, informazione e supporto, dove le imprese possono trovare risposte concrete e personalizzate. E soprattutto, sono luoghi in cui raccogliere le esigenze reali dei territori e riportarle al livello centrale».
Romeo (Dintec): gli ecosistemi dell’innovazione vanno messi in rete
Uno dei temi più sentiti è la necessità di rafforzare le connessioni tra i diversi attori dell’ecosistema innovativo. Come ha spiegato Antonio Romeo, Direttore Generale di Dintec «Il PNRR ha dato vita a nuovi ecosistemi dell’innovazione come Competence Center, Digital Innovation Hub, centri territoriali che ora vanno messi in rete. L’obiettivo è connetterli in modo organico, per facilitare la condivisione di competenze e buone pratiche. Solo così potremo rendere queste risorse accessibili anche alle micro e piccole imprese, che da sole spesso non hanno gli strumenti per innovare. È questa una delle grandi sfide dei prossimi anni».

Merlo (MICS): L’obiettivo è creare una piattaforma nazionale per l’innovazione responsabile
Infine, Roberto Merlo, Direttore Generale e Program Research Manager del partenariato MICS, ha tracciato la visione di lungo periodo del progetto: «Il nostro obiettivo non è solo sviluppare tecnologie all’avanguardia, ma creare una vera e propria piattaforma nazionale per l’innovazione responsabile. Vogliamo essere un laboratorio permanente di futuro, non solo scientifico ma anche industriale. Per le Pmi, significa accesso a competenze e infrastrutture che altrimenti sarebbero inaccessibili; per le grandi imprese, significa accelerare l’innovazione in modo più integrato. È un lavoro su misura per ogni azienda, con soluzioni concrete e personalizzate».
a cura di Stefano Belviolandi
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