L’impatto del digitale sul personale di fabbrica

Qual è l’impatto della trasformazione digitale sugli operatori di fabbrica e come si devono attivare le aziende?

Nel momento in cui le fabbriche adottano sistemi automatizzati e la robotica, si assiste ad un cambiamento dei ruoli e delle responsabilità. I ruoli tradizionali tendono a ridursi, se non a scomparire. Mentre alcuni dei ruoli tradizionali potranno andare persi, si creeranno nuovi ruoli gli esperti di IoT e di cybersecurity.

Ma è importante evidenziare il profondo cambiamento dei ruoli tradizionali. Sostanzialmente, si passa dalla prevalenza del lavoro manuale verso attività di supervisione e manutenzione di sistemi automatizzati, che richiederanno nuove e diverse skill, quali quelle di analisi dei dati e di problem-solving.

Si dovrà altresì esaminare in che modo evolve la collaborazione tra l’essere umano e la macchina. Stiamo qui parlando di molte cose diverse: l’interazione tra l’operatore ed il robot, la realtà aumentata (ad esempio nella manutenzione), la realtà virtuale (per la formazione e il supporto in tempo reale), ecc. Questa collaborazione può portare ad aumenti di efficienza e di produttività, soprattutto nello spostare le attività ripetitive e standard o poco ergonomiche sulla macchina, consentendo all’operatore di focalizzarsi sui compiti più complessi che richiedono il giudizio umano e la creatività.

E’ evidente, dunque, che stiamo assistendo ad un profondo cambiamento anche nelle competenze personali necessarie.L’impatto del digitale sul personale di fabbrica

È importante identificare il divario di skill e la conseguente necessità per i lavoratori di adattarsi alle nuove tecnologie. Bisogna evidenziare con chiarezza l’importanza di skill tecniche, dell’alfabetizzazione all’analisi dei dati, e della familiarità con gli strumenti digitali, cosa peraltro che non dovrebbe essere assolutamente un problema per le giovani generazioni, se solo in Italia trovassero il modo di entrare nel mondo del lavoro con salari adeguati e non ritenessero il lavoro di fabbrica meno interessante di altri lavori più “trendy”.

È pertanto importante che le aziende investano in programmi di formazione per adeguare le competenze dei propri lavoratori. Questi programmi, in coerenza con l’approccio digitale, potrebbero includere anche piattaforme di formazione on line. È necessario organizzare corsi di formazione interni, anche se questo, purtroppo in Italia, risulta essere l’unica soluzione, dal momento che la scuola non aiuta (e questa è una sorta di “tassa occulta” sulle aziende) per la scarsa preparazione professionale che offre (comparata per esempio alla Germania).

Ma non si tratta solo di competenze tecniche, ma anche delle attitudini personali.

È ad esempio importante far capire alle persone che, stante la continua e tumultuosa evoluzione delle tecnologie, la formazione non potrà più essere “one shot” ma dovrà essere continua, lungo tutto il percorso di lavoro e di vita. E non è scontato che tutti abbiamo questa mentalità dell’”apprendimento continuo”.

Non solo: si deve favorire l’empowerment, lo spostamento delle competenze e delle responsabilità verso il basso. Il contesto competitivo e la trasformazione digitale convergono verso lo stesso tema: l’importanza che i lavoratori si prendano responsabilità e che vogliano contribuire all’innovazione all’interno della propria organizzazione. Anche questo non è scontato: è noto il fenomeno della “delega verso l’alto”, per non prendersi responsabilità. Ma questa è un’attitudine mentale non adatta ai tempi moderni (anche se certi manager inadatti spesso la favoriscono).L’impatto del digitale sul personale di fabbrica

In tale contesto, le aziende si trovano a dover affrontare un difficile cambiamento culturale, ed una altrettanto difficile sfida a mantenere il coinvolgimento degli operatori. Se la formazione è continua, l’evoluzione tecnologica è continua, anche il cambiamento organizzativo si presume sarà continuo. Si dovrà favorire una nuova cultura aziendale, che non privilegia la stabilità e la “comfort zone”, ma il continuo adattamento al cambiamento. Ci potrebbe avere un impatto sul morale di qualcuno, se non di molti. Anche in questo caso i giovani dovrebbero essere favoriti, se non altro perché non hanno avuto esperienza di un mondo stabile.

Gli strumenti digitali, quali le tecnologie indossabili o i device IoT, possono contribuire a migliorare la sicurezza sul posto di lavoro, ad esempio controllando le condizioni di lavoro e fornendo feedback in tempo reale. Dall’altro lato, va capito quale possa essere l’impatto delle stesse tecnologie non sulla salute fisica, ma su quella mentale dei lavoratori. Che impatto possono avere gli occhiali di realtà aumentata per un intervento di manutenzione programmata? Quelli di agenti AI che alla velocità della luce forniscono indicazioni sulla supply chain? Ricordiamoci che qualcuno disse che stiamo entrando nella civiltà dell’infarto …

In sintesi: alta competitività ed evoluzione tecnologica spingono le aziende verso un mondo ad alta velocità e reattività, dove il digitale avrà un ruolo centrale. Il digitale crea nuovi ruoli ma trasforma significativamente anche quelli esistenti; l’operaio sarà sempre meno un lavoratore manuale e sempre più un professional che controlla una macchina. Auspico che questo porti ad una rivalutazione del lavoro di fabbrica, per evitare la deindustrializzazione, perché ricordiamoci che il vero valore si crea lì, non nella finanza o nei social. Il digitale richiede nuove competenze e nuove attitudini personali; in entrambe i giovani sono decisamente avvantaggiati: bisogna dare loro l’opportunità.

di Giancarlo Oriani, General Manager di STAUFEN.ITALIA

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a cura di Stefano Belviolandi