Italia, seconda potenza robotica in Europa: l’automazione spinge flessibilità e competitività

Secondo il World Robotics Report 2025 della International Federation of Robotics (IFR), nel 2024 sono stati installati 8.783 nuovi robot industriali nel nostro Paese, posizionandolo come secondo mercato europeo, dietro solo alla Germania, e quinto a livello globale.

L’Italia conferma il proprio ruolo di protagonista nello scenario della robotica industriale europea e mondiale.

Secondo il World Robotics Report 2025 dell’International Federation of Robotics (IFR), nel 2024 sono stati installati 8.783 nuovi robot industriali nel nostro Paese, posizionandolo come secondo mercato europeo, dietro solo alla Germania, e quinto a livello globale.

La Germania è il più grande mercato di robot in Europa e il quinto più grande al mondo. Le installazioni sono diminuite del 5% nel 2024, attestandosi a 26.982 unità: si tratta del secondo miglior risultato mai registrato dopo l’anno record 2023.

Questo rappresenta una quota di mercato del 32% del totale annuo in Europa.

La Spagna è ora al terzo posto (5.100 unità), con una forte domanda proveniente dall’industria automobilistica. La Francia (4.900 unità) è scesa al quarto posto, con un calo del 24%.

Nel Regno Unito, le installazioni di robot industriali sono diminuite del 35% a 2.500 unità nel 2024. Il numero record di 3.800 unità del 2023 è stato un picco isolato, trainato dal programma di agevolazioni fiscali “super-deduction”, terminato dopo il primo trimestre del 2023.

Negli ultimi dieci anni, i livelli di installazione si sono mantenuti sostanzialmente stabili, con alcune fasi cicliche. Nel 2024, il Regno Unito si colloca al 19° posto a livello mondiale per numero di installazioni.

Nonostante un calo del 16%, a 8.783 unità, rispetto al 2023, i numeri confermano la centralità dell’Italia nel panorama dell’automazione e delineano un settore in fase di profonda trasformazione, sempre più orientato alla flessibilità, la collaborazione uomo-macchina e le soluzioni digitali basate su intelligenza artificiale.

I settori trainanti della robotica: metalmeccanica, automotive ed elettronica

La metalmeccanica e i macchinari restano il cuore pulsante dell’automazione italiana, con 5.600 nuove installazioni nel 2024 (+6%). In questo comparto, i robot sono utilizzati soprattutto per l’asservimento delle macchine utensili, la saldatura e le lavorazioni di precisione.

L’automotive, storicamente uno dei settori più robotizzati, registra 2.600 nuove unità (+4%), spinte dalla transizione verso la mobilità elettrica e dalle linee dedicate alla produzione di batterie.

Grande dinamismo arriva dall’elettronica, che cresce del 10% con 1.100 nuove installazioni, grazie all’espansione di attività di assemblaggio ad alta precisione e controllo qualità.

Anche la plastica e chimica (+4%, 1.400 unità) e il food & beverage (+5%, 1.300 unità) mostrano un trend positivo, in particolare per l’automazione di packaging e pallettizzazione.

Un segnale interessante arriva infine dal comparto medicale, strumenti di precisione e ottici, che segna un +9% con 63 nuove installazioni, segno di una graduale penetrazione della robotica in settori ad alta regolamentazione, ad esempio per applicazioni di microassemblaggio e laboratorio.

Italia, seconda potenza robotica in Europa: l’automazione spinge flessibilità e competitività
Italia, seconda potenza robotica in Europa: l’automazione spinge flessibilità e competitività

Applicazioni in ambito robotico: handling, saldatura e controllo qualità in testa

Le operazioni di handling e asservimento macchine rappresentano oltre il 50% delle installazioni in Italia, confermando la loro centralità soprattutto nelle Pmi manifatturiere.

La saldatura registra oltre 1.800 nuove celle (+8%), trainata sia dall’automotive sia dalla meccanica generale, mentre l’assemblaggio è in linea con la crescita europea del +9%, favorito dalla diffusione di soluzioni modulari e facili da riprogrammare.

Particolarmente significativo l’aumento delle applicazioni di ispezione qualità con sistemi di visione, che segnano un +15%, grazie all’adozione di tecnologie di machine vision e AI per il rilevamento dei difetti. Il packaging e la pallettizzazione crescono del 5%, spinti dalla logistica e dall’industria alimentare.

Cobot: flessibilità e sicurezza per le Pmi

Il capitolo più dinamico è quello dei robot collaborativi (cobot). Sebbene IFR non fornisca un dato specifico per l’Italia, le stime indicano che nel nostro Paese i cobot rappresentano ormai circa il 15% delle nuove installazioni, superando la media europea del 12% (+18% rispetto al 2023).

I cobot sono particolarmente apprezzati per la loro flessibilità, la facilità di programmazione e la capacità di operare in sicurezza a fianco degli operatori, rendendoli ideali per la produzione di piccoli lotti, il controllo qualità, l’asservimento macchine e persino applicazioni di saldatura leggera.

L’AI come leva di produttività anche nella robotica

Il binomio robotica–intelligenza artificiale si conferma la chiave per l’industria 4.0. Nel 2024, le aziende italiane hanno investito in:

  • Programmazione low-code e linguaggio naturale, che riducono i tempi di set-up fino al 30%.
  • Sistemi di visione AI per il bin-picking e l’ispezione automatizzata delle superfici.
  • Manutenzione predittiva basata su modelli AI, capace di analizzare vibrazioni e consumi energetici per prevenire fermi macchina.
  • Funzioni di sicurezza dinamica, che grazie a sensori avanzati rendono le celle collaborative più affidabili ed efficienti.

Italia in transizione: da industria tradizionale a tecnologie flessibili

«I dati IFR mostrano un’Italia in transizione: mentre l’adozione rallenta nei settori tradizionali della metalmeccanica, cresce rapidamente in comparti più innovativi, dal farmaceutico alla plastica. È un segnale chiaro che le aziende italiane stanno investendo in tecnologie flessibili e collaborative per restare competitive in mercati globali in rapida evoluzione», commenta Enrico Rigotti, Country Manager Italy di Universal Robots.

Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per la robotica italiana, che dovrà affrontare la sfida della transizione digitale e green, della carenza di manodopera qualificata e della crescente competizione globale.

Se da un lato il calo del 2024 (-16%) evidenzia la necessità di incentivi e politiche industriali stabili, dall’altro la crescita di cobot, AI e applicazioni avanzate lascia intravedere una fabbrica sempre più intelligente e interconnessa, capace di unire produttività, qualità e sicurezza.

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a cura di Stefano Belviolandi