IoT: chiedigli cosa, non come

Le tecnologie per l’IoT sono reali e funzionanti già oggi: occorre solo applicarle nel modo migliore (dettaglio non banale). L’esempio di Vodafone.

Il tema dell’IoT è oggi sulla bocca di tutti. Al momento sulle reti Vodafone italiane – dato confermato in occasione di un evento dedicato proprio all’IoT – sono attualmente registrati circa 7,5 milioni di oggetti connessi. Di questi, 5 milioni sono automobili (principalmente sono le “scatole nere” delle assicurazioni, ma anche veicoli nativamente connessi). Globalmente, questo numero sale a 62 milioni, mentre le previsioni al 2020 (cioè tra 2 anni) parlano di 20 miliardi di dispositivi attivi e comunicanti in tutto il mondo. Una crescita che non può prescindere dal relativo sviluppo tecnologico.

Possibilità illimitate

Affrontiamo la discussione partendo da lontano: cosa si può costruire con una scatola di costruzioni? Un adulto starebbe sul vago: tutto ciò che la fantasia ti consente di immaginare!

Bene, chiedetelo a un bambino. La risposta non è scontata: vi risponderà una casa, o un’automobile, un’astronave o altro ancora. Ecco la differenza! Concentrarsi sull’obiettivo e non sul mezzo può essere determinante nel mondo dell’IoT.
Di esempi in tal senso se ne sono visti molti in occasione dell’evento organizzato da Vodafone e dedicato proprio alle tecnologie per l’IoT, in particolare le infrastrutture per la trasmissione dei dati (ovviamente). Smart Cities, Industria 4.0, Mobility, Agricultura sono alcuni degli sbocchi proposti, ciascuno con diverse possibili applicazioni (alcune reali e già funzionanti, altre solo ipotesi di utilizzo).

Occorre dunque ragionare in termini di “cosa mi serve” o “quale problema potrei risolvere per avere un significativo miglioramento nel mio business” e, a questo punto, applicare le tecnologie già esistenti – o magari pensarne di totalmente nuove! – per raggiungere l’obiettivo.

La questione sicurezza

Una delle obiezioni che più spesso sentiamo in ambito industriale è legata al tema della sicurezza informatica (la cosiddetta cybersecurity). Non è una lamentela banale, è evidente che un “baco” in un sistema può risultare catastrofico per grandi enti tanto quanto per le piccole aziende.

«La gestione del dato per noi è fondamentale e la sua tutela è tra le priorità quando avviene la trasmissione. – conferma Stefania Gilli, Responsabile IoT Enterprise di Vodafone Italia – Per questo integriamo opportuni protocolli di sicurezza. L’utilizzo della tecnologia Narrowband è un’ulteriore garanzia poiché funziona sulla base di una frequenza licenziata che consente di avere ancora maggiori tutele sul fronte legale».

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a cura di Maria Bonaria Mereu