Robot collaborativo YuMi diventa direttore d’orchestra

Il 12 settembre iIl robot collaborativo YuMi di ABB diregerà l’orchestra al concerto evento del 1° Festival Internazionale della Robotica di Pisa

Dietro le quinte si prepara il debutto del robot collaborativo YuMi di ABB per la direzione d’orchestra al concerto-evento del 1° Festival Internazionale della Robotica di Pisa quando Andrea Bocelli canterà mentre YuMi dirigerà “La Donna è Mobile”, la famosa aria del “Rigoletto” di Verdi. La solista Maria Luigia Borsi canterà l’aria classica per soprano “O mio babbino caro” dal “Gianni Schicchi” di Puccini. Il robot collaborativo YuMi dirigerà anche un passaggio dell’intermezzo della “Cavalleria Rusticana” di Mascagni.

Il robot collaborativo impara dal Maestro

Proprio il Maestro Andrea Colombini, direttore d’orchestra di fama internazionale, racconta la sua esperienza insieme al robot collaborativo YuMI di ABB.

“Dirigere un’orchestra è molto più che muovere le braccia stando in piedi di fronte ai musicisti. Il ruolo del direttore è quello di condividere la visione di un’opera musicale, di impostare il tono e di armonizzare le diverse voci dei musicisti in un’unica espressione, al servizio del compositore. Dirigere significa fondere sapienza, tecnica, interpretazione e carisma.
Recentemente ho avuto l’affascinante opportunità di preparare YuMi di ABB, il primo robot collaborativo a due bracci per il suo debutto come direttore d’orchestra al Teatro Verdi di Pisa, in occasione del gala del primo Festival Internazionale di Robotica. Impartire a YuMi la tecnica modulata di un direttore d’orchestra, ha rappresentato sicuramente uno dei compiti più soddisfacenti, anche se impegnativi, della mia carriera professionale.

YuMi accompagnerà il tenore Andrea Bocelli in un programma di Verdi con l’Orchestra Filarmonica di Lucca. Sin dal primo istante, la sofisticata tecnologia di YuMi mi ha entusiasmato e ha rivelato molti modi possibili di fare arte e musica attraverso il robot. Effettivamente, impostare l’interazione tra gomito, avambraccio e polso del robot, avvalendosi della sua versatilità nei tentativi ripetuti e impegnativi di scomporre il battere e levare, è stato un successo.

La prestazione del robot è stata sviluppata in due fasi. In primo luogo, i miei movimenti sono stati catturati mediante un processo chiamato “lead-through programming”, nel quale i due bracci del robot sono guidati in modo da seguire i miei movimenti con grande attenzione ai dettagli; questi movimenti vengono poi registrati. La seconda fase ha comportato il perfezionamento dei movimenti grazie al software RobotStudio di ABB, che ha assicurato la sincronizzazione tra i movimenti e la musica. Ovviamente ciò ha richiesto una certa esperienza tecnica da parte di ABB, ma la programmazione di base mi ha consentito di concentrarmi sul mettere in atto con naturalezza ciò che so fare meglio, dando vita alla musica. È sorprendente per me che ciò possa essere compiuto in modo così fluido.

Devo ammettere che l’esito finale è incredibile. Le sfumature gestuali di un direttore d’orchestra sono state completamente riprodotte a un livello tale che in precedenza era impensabile per me. Ma lo abbiamo fatto: YuMi ha un gesto e una fluidità di movimento elevati, una morbidezza e una nuance espressiva incredibili. Questo è un passo avanti incredibile, data la rigidezza dei gesti dei robot fino ad oggi.

Naturalmente, YuMi è perfetto quando si tratta di tecnica ma, in definitiva, non è dotato di sensibilità umana. Il robot usa i suoi bracci, ma l’anima, lo spirito, sono sempre dell’uomo. Immagino che il robot possa servire come supporto, magari per poter svolgere, in assenza del direttore, la prima prova dell’orchestra, per poi far intervenire il direttore per la realizzazione di quegli aggiustamenti che creano l’interpretazione materiale e artistica di un determinato lavoro musicale.

Una volta entrati in sintonia, YuMi e io siamo diventati buoni amici e sono molto impaziente di assistere alla sua performance”.

Appuntamento al Festival della Robotica di Pisa

 

calendar_month

a cura di Maria Bonaria Mereu